La voce fuori campo

C’era una volta…

da quando si erano trasferiti al castello, il gatto Oronzo non ebbe più un attimo di pace, le gemelle Sissi e Nora erano troppo indisciplinate….

No… non siamo in una fiaba per bambini !

La voce fuori campo è la voce narrante di una fiaba, di un racconto ma anche il suggeritore a teatro, il regista dello spettacolo, la voce fuori campo ha la funzione di guidare l’ascoltatore nella narrazione di un evento.

Tecnicamente la voce fuori campo è il narratore ed è un lavoro complesso, nel mondo della cura la voce fuori campo fa riferimento all’ascolto delle parole che per noi hanno il valore di una guida, di un riferimento.

La voce fuori campo è quella della mamma, quando sei bambino o un giovane adulto,è la voce di chi tifa per te oppure di chi vorrebbe eliminare un rivale, è la voce dello psicanalista che ti offre uno specchio per l’anima in modo che tu possa vedere la tua immagine.

La coscienza

“Ma che effetto che ci fa” sentire quelle parole, che peso hanno, quanto valore dare a quell’ascolto?

La coscienza ha una voce? …

sicuramente, non ha una sola voce e non sei mai certo se sta dicendo la verità…

Eppure è importante ascoltare la voce fuori campo tanto quanto la nostra voce, la nostra coscienza, la nostra capacità di valutare con le capacità, le conoscenze che abbiamo in quel momento.

La nostra voce, cioè ciò che possiamo riconoscere, merita tutta la nostra attenzione perché è la nostra bussola per la navigazione nel mare delle voci fuori campo.

La coscienza,ha bisogno di esercizio costante per poter diventare affidabile, è come un buon paio di occhiali che ci consentono di vedere l’infinitamente piccolo, come una zattera attrezzata per attraversare il mare in tempesta e una voce tonante per quando il torpore ci pervade.