Rock water
“Acqua di roccia”
Le caratteristiche:
“Da molto tempo è noto che l’acqua di certi pozzi e di certe sorgenti ha il potere di curare alcune persone, e tali pozzi o sorgenti sono divenuti rinomati per le loro proprietà. Qualsiasi pozzo o sorgente che abbia avuto poteri curativi e che sia rimasto nello stato naturale, non ostacolato dai santuari dell’uomo, può essere usato. Questo rimedio non richiede una lunga esposizione al sole, un’ora circa è sufficiente.”
E. Bach
Il rimedio:
La mancanza di empatia è il segno più evidente dei soggetti che hanno questa modalità di vedere la vita: ordine, disciplina, rigore. Spesso abbracciano ideologie politiche, religiose perché sorgenti e contenitori di ideali irraggiungibili, di perfezione e spirito di sacrificio. Come spesso accade le caratteristiche fisiche del rimedio ci danno indicazione della sua funzione, cosa c’è di più scorrevole e libero dell’acqua che sgorga da una sorgente? L’acqua come simbolo richiama il mondo delle emozioni, la spontaneità, la fluidità e la caratteristica di prendere la forma del contenitore che la accoglie, queste le qualità che deve sviluppare chi ha questi aspetti nella propria personalità o chi si trova a vivere in situazioni con queste peculiarità (detenzione, infermità, contesto sociale).

Beech
“Faggio”
La botanica:
Albero di prima grandezza, molto diffuso sia in terreni appenninici che alpini, può arrivare a 40 mt di altezza, longevo (200/300 anni), dal tronco diritto e slanciato. La chioma è ampia, formata da rami ascendenti, le foglie semplici, verde chiaro, caduche. L’infiorescenza femminile è eretta da un breve peduncolo formata da due fiori dentro una cupola verdastra.
Il rimedio:
Dall’insofferenza per il prossimo al sintomo del prurito cutaneo. Beech è il rimedio per curare ogni forma di intolleranza, insofferenza. Beech, nel suo aspetto negativo, ci ricorda la perenne imperfezione del mondo, cosa c’è di veramente pulito, bello, perfetto a questo mondo? La risposta è nulla, non c’è nulla di bello e di perfetto se manca l’Amore, quando c’è, il mondo può diventare sicuramente migliore semplicemente perché chi guarda lo vede da un altra angolazione. E’ plausibile essere insofferenti, ma quando ciò ci rende e quindi rendiamo agli altri la vita tormentosa perché nulla va bene, Beech è il rimedio che ci aiuta a sviluppare la tolleranza (diversa dalla pazienza) e guardare alle persone e cose del mondo da un’altra prospettiva che si avvicina all’idea di perfezione che abbiamo interiormente e che cerchiamo fuori di noi. Fiore transitorio/tipologico.

Vine
“Vite”
La botanica:
L’antichissima pianta della vite (conosciuta già nel neolotico), in Italia si ha notizie della sua coltivazione a partire dal X sec a.C.
Il fusto o ceppo ha un aspetto contorto, le foglie sono semplici, formate da un picciolo e da una lamina con 5 nervature primarie. I fiori sono riunti a formare un infiorescenza, il numero può raggiungere anche i 100 fiori. A seconda della pianta si possono trovare fiori ermafroditi, staminiferi o pistilliferi.
Il rimedio:
Siamo nella categoria (secondo Bach) di chi si prende eccessiva cura degli altri quindi abbiamo bisogno di assumere questi rimedi quando le risorse di “quel tipo” vanno in eccesso o in difetto. Vine ha l’energia di una pianta più che millenaria, carica di significati e simboli proprio in virtù delle sue proprietà e caratteristiche, ci troviamo davanti a un energia potente che ha la necessità di “guidare”, “comandare”, funzioni indispensabili nelle società e nelle situazioni complesse. Naturalmente la “guida” non deve essere il soggetto bensì le sue capacità di affrontare le sfide e le situazioni in un ottica di saggio servizio alla comunità e non al proprio “ego”. Nella complessità della nostra società i “Vine” si possono trovare alla guida di piccoli o grandi gruppi di persone o realtà professionali importanti (nell’antichità potevano essere i “grandi condottieri”) a loro il compito di imparare il servizio alla comunità senza dimenticare di prendersi cura del proprio sè. Fiore tipologico.

Vervain
“Verbena”
La botanica:
Pianta perenne, presente in tutti i continenti, molto diffusa. Il fogliame ha dimensioni minute, rugoso, leggermente coriaceo, ruvido. Si sviluppa lungo fusti sottili che tendono a diventare tappezzanti e ricadenti. Fiorisce in primavera e tutta l’estate ed è molto rapida con numerosi piccoli fiori di colore molto vivace (viola, blu, rosa, rosso).
Il rimedio:
Forte e coraggioso/a il tipo Vervain si muove nel mondo come se tutto ciò che lo circonda fosse raggiungibile e soprattutto convertibile alle sue idee ed intenzioni. Sicuramente contagia con la sua carica e il suo entusiasmo ma questo rimedio ci aiuta a contenere la “contagiosità” e a rispettare la varietà e le differenze che inevitabilmente ci sono. Motivato/a e carico/a, rischia di non scendere nella profondità e nella ricerca della completezza fermandosi alle sole apparenze che naturalmente appagano solo momentaneamente. Fiore tipologico.

Chicory
“Cicoria”
La botanica:
Pianta bienne o perenne, erbacea. Ha foglie piccole riunite in rosette, pelose nei luoghi secchi e glabre nei luoghi erbosi, di colore verde scuro, spesso soffuse di rosso. I fiori a 5 petali sono riuniti in capolini, di colore azzurro intenso, più raramente bianchi o rosa, si chiudono nel pomeriggio o con il brutto tempo.
Il rimedio:
Chicory ci aiuta a comprendere che l’amore c’è nella misura in cui lo lasciamo circolare e non cerchiamo di possederlo. Si dice che sia il rimedio per la madre a sostegno del suo ingrato compito di amare con generosità senza aspettare nulla in cambio, la lezione più amara. Possiamo rinunciare a molte cose ma se non ci sentiamo amati, se non troviamo una sorgente di nutrimento (madre, in tutte le sue possibilità) ci ammaliamo nella mente, nel corpo. Nasciamo con la necessità di essere amati, accuditi, riconosciuti, non sempre però ciò accade e la “fame” di amore nei nostri confronti, se non viene riconosciuta e sanata (imparando ad amarsi) si può trasformare in forme di possesso emotivo/ affettivo. Questa necessità è tanto profonda quanto vasta, Chicory ci sostiene nel coltivare la libertà come principio fondante dell’amore.
