Ho scelto questa parola perché il suo suono è rotondo e un po giocoso, l’ ho scoperta in un libro che spiega come l’uomo si sia costruito una tecnologia, facile da utilizzare, intuitiva, giocosa, ma soprattutto ci permette di sperimentare una nuova forma di democrazia, di libertà: internet.


Ma cosa c’entra internet con il mondo della cura? La tecnologia è impersonale,neutra, accorcia le distanze , la velocità per sua definizione sta in superficie, plana come un surf sulle onde , la cura richiede profondità, ricerca, ascolto, eppure sono complementari l’una all’altra.
La velocità ci permette di navigare nell’oltremondo che sta ad indicare la realtà virtuale, realtà nella quale entriamo ed usciamo continuamente attraverso la tastiera. Questo mondo, oltremondo, parallelo lo costruiamo noi ad ogni accesso, questo ci consente di navigare attraverso migliaia di informazioni accedere a molto “altro” da noi , a spaziare in infinite possibilità, a trovare quello che stavamo cercando a trovare quello che non ci aspettavamo.

L’informazione è un altro punto comune a due dimensioni apparentemente così lontane: il mondo virtuale e la cura. Poter accedere ad un numero infinito di “cassetti” web, non è la stessa cosa che creare un dialogo con un altro essere umano, ma in entrambe i casi veniamo a conoscenza di “altro”, di conoscenza e non più di sole informazioni. Nella modalità virtuale servono leggi che regolamentino l’accesso alle informazioni, con il dialogo solo la fiducia, l’empatia, la discrezione ci permetteranno di scoprire parti di noi attraverso l’ascolto dell’altro.

La cura richiede osservazione, ascolto, lavoro quotidiano, pazienza, pulizia, togliere ciò che è inutile questo lavoro ci consegna: l’essenza di ogni cosa e ogni persona, l’essenza è l’oro.
L’oro è ciò che ci nutre, che ci completa,ciò che è positivamente contagioso.
Trovare l’oro non è mai un fatto scontato , programmabile,certo.. si cerca , si tolgono gli strati superficiali , si inizia a navigare in un oltremondo, si spazia in realtà sconosciute,come accade nel mondo virtuale , così nella cura il tempo ha una valenza diversa, ciò che poteva sembrare lontanissimo è nel qui ed ora oppure viceversa ciò che sembrava appartenerci non ci ha nemmeno sfiorato.

Il compito della cura è far emergere dall’oltremondo ciò che è vero per noi, che ci restituisce la nostra integrità,ciò che ci da un senso.
Allora ben venga ciò che ci aiuta a navigare, ad entrare almeno mentalmente in altri mondi,grazie alla velocità possiamo ampliare l’orizzonte e questo ci restituisce maggiori possibilità, e… quando qualcosa di nuovo ci colpisce, ci affascina o ci ferisce o rievoca, beh lì proviamo a fermarci e a prendercene cura.