Se non ricordassimo non saremmo nulla, siamo i nostri ricordi. Se proviamo a descriverci come se fossimo una cartina geografica e liberamente decidendo quali sono le nostre forme, i nostri confini, gli spazi pieni e quelli vuoti.

Poi decidiamo se colorare tutta la cartina o solo alcune parti , se questa carta del territorio è una porzione di un territorio più grande o può essere rappresentata a se senza parti confinanti, possiamo decidere se è una “cosa” sola (un mare, un isola, un continente, oppure è una mappa) ma pur sempre una rappresentazione di ciò che il nostro pensiero sente come la “propria immagine”.
Il modo di rappresentare la “nostra geografia” è un modo per raccontare in modo semplice e immediato i nostri ricordi, cosa e chi ha lasciato un segno. costruita ,dai nostri ricordi. La memoria è una funzione del nostro cervello ma ricordiamo che esiste una memoria del corpo a cui possiamo accedervi con il tocco di un professionista,o di chi abbiamo scelto di tenere accanto a noi.
Diventa ricordo, ciò che ci ha segnato , ciò che abbiamo deciso o lasciato fare a qualcosa o qualcuno di poter lasciare un segno , un orma , un impronta una carezza , uno schiaffo, una cicatrice o una trasformazione indelebile su di noi. La nostra mente ci permette di ricostruire le immagini , il corpo ci permette di sentire , di dare sostanza e intensità a quel ricordo.
Siamo la nostra storia, in un dato tempo storico, in un certo punto della geografia, nati in un punto e in un luogo unico e irripetibile, fortunato o meno dentro un nucleo famigliare o in una sola sala parto senza nessuno che ci stesse aspettando. Da quel giorno iniziamo a scrivere la nostra storia e chi ci accoglie lascia l’impronta più significativa , anche quando è distruttiva, anche quando è forte e sana , anche se è solo desiderata ma non cè. Crescendo, non si stratificano i ricordi come una pila di libri in una scaffale, ma si disegna una geografia fatta di salite , discese, radure fresche e ristoratrici, cunicoli bui , lunghi o brevi, attraversiamo fiumi impetuosi oppure navighiamo a vista in mezzo alla nebbia o ancora camminiamo su dolci colline.
La nostra memoria , una funzione vitale , ha necessità di farsi imprimere , permeare di ricordi perchè attraverso di essi noi possiamo costruire e far crescere il nostro bagaglio unico , irripetibilmente ciò che siamo da questa grande “valigia” a cui possiamo attingere materiale facilmente , anche quando la mente, la memoria diventa debole o remota , il corpo potrà raccontarci chi siamo , cosa vogliamo, di chi o di quale parte di noi dovremmo prenderci cura .Naturalmente ricordiamo ciò che ci serve , prima di tutto, che sia un dolore, una gioia , che richiami tenerezza o felicità o ancora rifiuto o nostalgia , alla mente e al corpo riaffiora ciò che ci serve nel momento in cui lo ricordiamo.
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