Il profumo. L’ essenza, (ciò per cui è una cosa e non un altra cosa)racchiude le sue caratteristiche, uniche , irripetibili, essenziali, determina e rende unica la sua manifestazione.

L’essenza è ciò che resta al di là della trasformazione della materia, l’essenza si trasforma senza perdere la sua essenza. 
Un profumo veicola essenze sapientemente miscelate, molecole piccolissime che veicolate dall’etere ci stuzzicano, invitano, evocano. 
Il cibo ha una varietà infinita di profumi, di essenze a cui si legano ricordi ,attimi, vissuti.Profumi dalle cucine, profumi di vivande, di messe in tavola,di piatti preparati con amore,apparecchiate apposta per noi, per il nostro gusto, per il nostro piacere. 

Profumi dalle cucine, deliziose promesse. 
Il profumo è un essenza intangibile, invisibile irraggiungibile se non attraverso se non il percorso della memoria che per mezzo delle emozioni ci restituisce parti di noi. 
Nella cura , il primo profumo è quello di pulito, lavato da ogni sporcizia, restituisce al corpo il pudore e quella rinascita quotidiana. 
Poi la cura deve continuare a sostenere la memoria, aiutare a rievocare ciò che era prima, anche attraverso i sensi ripercorrere gli odori e i profumi persi nell’oblio della memoria. 
Poi, il profumo dell’attesa, il profumo di ciò che sta per accadere,il profumo di chi ci appartiene o di coloro a cui apparteniamo. 
Il profumo ci aiuta a ridurre lo spazio e il tempo, le distanze si accorciano,qualcuno o qualcosa è più prossimo, il risveglio è iniziato. 
L’essenza , la sua vibrante energia ci aiuta a legare il passato al presente, sentire i profumi e non solo con l’olfatto ci restituisce a parti di noi.